1.1.
Premessa
storica
Questa
è la storia di una lunga avventura, non ancora conclusasi.
Da leggere fino in fondo, nella speranza di poter contribuire a svelare
il mistero di quanto stiamo per narrare…
Nella
prima
metà degli anni ottanta, in quel proliferare di televisioni
private, trasmissioni e di nuove idee, le cd. sigle
televisive vissero di certo il loro momento d’oro,
capaci com’erano di attirare la attenzione
dell’imberbe telespettatore su questo o su quel programma.
Tra tutte le
sigle diffuse nell’etere in quel tempo, se ne
segnalava una che ebbe particolare successo, sia per la simpatia che
esprimeva, sia perché davvero calzante al prodotto che
introduceva. Era la sigla di uno di quei cartoni animati giapponesi che
all’epoca imperversavano dappertutto. Era la sigla di Lamù,
la ragazza dello spazio (in orig.: うる星やつら
- Urusei
Yatsura - dall’omonimo
manga di Rumiko
Takahashi).
Il cartone animato era assai divertente, realizzato in maniera molto
intelligente, e ben confezionato, sicché ebbe un grande
successo, come del resto aveva avuto già in patria qualche
anno prima. Rispetto al Giappone, aveva in più una sigla
italiana che, sia per il successo già riscosso dal cartone
animato, sia per sua qualità intrinseca,
contribuì a dare una certa notorietà alla serie.
Moltissimi dei ragazzi nati negli anni ’70 ricordano di certo
sigla e cartone. E chissà quanti di loro, entusiasti di
poter riascoltare la musica che canticchiavano tra un gioco ed un
altro, si saranno recati in un negozio di dischi (o più
plausibilmente, lo avranno chiesto ai loro genitori) per comprare il
singolo della “canzone
di
Lamù”.
Ma non
importa quanti di loro ci abbiano provato: di certo nessuno ci
è riuscito. La “canzone di
Lamù”, infatti, non era stata
pubblicata su 45
giri. Anzi: non fu mai edita.
Questo di per sé, non stupisce troppo, in verità.
Erano
tempi pionieristici in cui, a fronte dell’incredibile
successo di alcune canzoni, altre non venivano invece neanche proposte
per la pubblicazione, perché si pensava che non avrebbero
goduto di una grande diffusione, magari perché andate in
onda su reti televisive locali. Lamù poteva
benissimo essere stata una di queste, e seppur trasmessa in tutta
Italia, chi l’aveva importata e vi aveva fatto inserire la
sigla poteva non aver pensato di insistere sul merchandising.
Con
l’animo in pace per non poter continuare a canticchiare la
sigla, ed arrendendosi a troncare il motivetto nella parte sfumata
sentita in tv («… e io tremo
perché
so…»), i nostri bambini dei primi
anni
ottanta
hanno continuato a giocare, e, tra un gioco ed un altro, alla fine
entravano gradualmente nel mondo degli adulti.
1.2.
I
prodromi della ricerca.
Prima di
immergervisi
completamente, tuttavia, alcuni di loro decidevano di volgere lo
sguardo indietro ancora per un attimo, e di prepararsi
all’agone della vita adulta con una maggiore consapevolezza
del loro trascorso. Volevano riascoltare le vecchie sigle e le vecchie
emozioni. E volevano riascoltare anche la sigla di Lamù.
Non era certo facile, anzi era impossibile, perché la
sigla, come già detto, era introvabile. Ma
a quale
altro scopo, allora,
questi ex-bambini erano cresciuti, se non per poter risolvere problemi
di questo tipo? Le vecchie sigle erano
introvabili? Ebbene, basta scrivere alla casa editrice, e
richiederne la
pubblicazione.
E per quelle inedite? Certo, era più
complicato, perché bisognava ricercare gli autori, e
spiegare loro che il loro lavoro era tutt’altro che
dimenticato, e che invece era lì, pronto per essere
rivalutato e apprezzato. E così mentre molte vecchie sigle
venivano alla luce, per altre si cercava di riottenerne la
pubblicazione. Sarebbero stati gli autori a decidere chi deteneva i
diritti.
Eppure, in questo caso i nostri amici si ritrovarono, da
adulti, di fronte alla stessa difficoltà che ebbero da
bambini: di Lamù, della canzone di Lamù, nessuna
traccia. Bisognava rivolgersi all’autore, certo; ma
… chi era l’autore? Chi aveva scritto quella
canzone? Chi l’aveva cantata?
Presi dal dubbio, ciascuno di loro, separatamente l’uno
dall’altro, rispolverava le vecchie musicassette, le nuove
riviste di animazione giapponese, le enciclopedie di musica, i
cataloghi delle case editrici musicali, le interviste ai musicisti
dell’epoca, agli appassionati e ai musicisti più
giovani. Nessuna traccia.
Eppure Lamù continuava ad essere trasmessa. Non in tutta
Italia, forse, ma di certo in alcune regioni dello stivale era
lì, con la sua sigla che tutti cantavano. Bisognava allora
leggere attentamente i titoli di coda, di certo l’avrebbero
spiegato. E invece niente. Nessuna indicazione. Ma come è
possibile? Nessun dato sulla canzone?
La voglia di ascoltare il pezzo completo così cresceva; era
ormai uno dei pochi ‘classici’ che non si potevano
riascoltare. Ormai si poteva risalire con una certa facilità
al singolo jingle della più oscura pubblicità
degli anni ’70; possibile che non si poteva ascoltare in
maniera decente la sigla di uno dei cartoni animati più
famosi degli ’80? Ma soprattutto, come continuava?
1.3. Lamù riprende forma
telematica.
Il fade out su quel «e
io tremo
perché
so..» forse non faceva perdere il sonno, ma
certo
incuriosiva
gli ormai non più giovani telespettatori. Perché
il protagonista «tremava»?
Cosa sapeva? Quale
scoperta sulla terribile fidanzata spingeva il cantante (che si
immaginava coincidere col protagonista del cartone, Ataru Moroboshi) a
«tremare»?
La cosa più divertente è che il pezzo non
conteneva riferimenti espliciti alla trama del cartone animato, per cui
non era possibile colmare la lacuna neanche con un po’ di
fantasia.
Erano
gli
anni “ruggenti” del primo internet italiano; uno
dei più convinti appassionati, ispirato da un opera simile
realizzata da un altro fan, registra la canzone (incompleta) dalla
televisione, ripulendone l’audio e montando la
sigla finale (strumentale) con la prima parte: dopodiché le
unisce con un solo di tastiera e, invece di coprire la parte vocale
inesistente, la ripulisce inserendovi, subito dopo il troncamento,
nuovamente il ritornello, in una sorta di ripresa.
Et voilà: così «io tremo
perché so…» pur senza
proseguire, si
perdeva in un rinnovato «scappo
o resto
…» per poi concludere con la classica
sfumatura.
Questa versione ebbe grande successo su internet, e ancora oggi molti
sono, anche in buona fede, convinti che si tratti della sigla
originale, miracolosamente ritrovata.
Nulla di più falso. Il nostro KBL
(questo il nick
dell’appassionato manipolatore), non era certo un falsario
né un semplice appassionato. Era uno dei più
determinati riscopritori delle vecchie sigle. Al punto che, circondato
da un gruppo di amici, aveva dato vita ad un forum telematico
dedicato al mondo delle sigle in Tv. Forum che col tempo si era
popolato da quanti, in tutta Italia, avevano voglia di discutere della
vecchie sigle tv, e soprattutto di quelle dei vecchi cartoni animati
giapponesi.
Era quindi naturale che, ad un certo punto, su quel forum
iniziò a serpeggiare la domanda che ciascuno rivolgeva agli
altri: «ma tu
che sai della canzone di
Lamù?».
Nel riportare fedelmente la
discussione
che ne originò, avremo qui la cura di riportare in verde
i nick
dei forumisti, in rosso
i nomi di persone enti o cose importanti per la
ricerca.
|
2.1. Ma..
di chi è questa sigla?
Sulle
prime, il buon KBL
pensava
infatti di pubblicarla in una sorta di compilation, sperando che
così il vero autore si facesse vivo.
Nel forum, riordinato dopo i primi emozionanti inizi, il primo a porre
il quesito è Dancasti,
nell’ormai lontano 2003. La discussione riprende discorsi
fatti dal vivo: ma quale network
televisivo possedeva Lamù? Odeon
Tv? Qualcuno faceva
già riferimento a Telecapri.
E possibile che
l’autore sia del tutto sconosciuto? La voce, sosteneva
biondyno, era troppo uguale al cantante di Angie
Girl, altra vecchia
sigla storica, che la aveva firmata col nome di Chelli.
Forse era stato
lui? E perché non allora il cantante della sigla de La
famiglia Mezil, come sosteneva Hiroshi?
Questa pista era possibile
verificarla subito: ormai l’amministrazione del forum aveva
un certo grado di mobilità, e OFM
poteva chiedere
direttamente a Franco Godi.
Ma nulla di fatto.
Possibile che nessuno ne sapesse niente? Anche un archivio vivente come
Hokuto
no Rao non ne aveva idea alcuna. Un vero mistero. Ad ogni
modo,
lo stesso Hokuto
aveva chiesto informazioni a Rosalinda
Galli, la
doppiatrice del personaggio di Lamù stessa, che forse poteva
ricordare qualcosa. La Galli non sa che rimanda però a Federico
Costantino, proprietario di Telecapri nonché
sindaco di Capri, probabile curatore dell’edizione del
cartone. E’ il primo riferimento preciso a
quest’uomo. La pista viene però abbandonata,
allorché il suo avvocato, opportunamente interpellato, fa
sapere per conto del sindaco di non saperne nulla.
2.2. E... qual'è il titolo?
Mentre le
ricerche proseguivano, ci si cominciava a porre una domanda
tutt’altro che oziosa: chi ha detto che la canzone fosse
stata fatta apposta per il cartone animato? Non
c’è nessun riferimento nel testo, se non un
generico richiamo alla follia della innamorata e alla stranezza della
storia d’amore. Ma quale innamorato non ha vissuto
così la sua storia d’amore? Tuttavia, la
suggestiva ipotesi sollevava qualche dubbio: possibile mai che un pezzo
rock
‘n’ roll orecchiabile e carino, se non
fosse
stata fatta per il cartone, non avrebbe avuto una qualche diffusione?
Sarebbe stato assai strano. L’idea non era da scartare del
tutto.
Ma, pensandoci bene,… come si sarebbe potuta intitolare la
canzone? Anzi... qual era, in effetti, il suo titolo? Partiva
così dunque un’incredibile e lunga discussione su
quale potesse essere il titolo della canzone. Operazione improba, che
si apriva ad una miriade di ipotesi, tutte ragionevoli. Da quella di
chi, come Siglomane,
che giurava che non poteva altro che essere
«Come
è difficile stare al mondo» a chi
invece suggeriva «Amore
strano»,
l’ipotesi che raccoglieva maggiori consensi.
Né mancavano coloro che non volevano rinunciare a fare
ironia, parodiando i titoli dei cartoni animati della Mediaset di
allora, immaginando un improbabile «Un amore dischiuso nello
spazio-tempo per Ataru e Lamù».
Con la ferma intenzione di risolvere il problema si iscrive al forum Filgalaxy999.
Uno dei più irriducibili segugi, che inizia
subito a compiere delle ricerche. E cosa scopre? Che in SIAE sono
registrate non una, ma molte sigle col nome
«Lamù»,
ma che nessuna di queste
è quella giusta!
Del resto, senza titolo e autore la ricerca è difficile,
anzi, proibitiva: come ricercare il nostro testo nella migliaia e
migliaia di canzoni depositate negli archivi Siae? Frattanto qualcuno
fa notare che su Telecapri
continuavano a trasmettere la serie
animata…
2.3. Un
anno
dopo: «I predatori della
sigla perduta».
Passa un
anno, ma i dubbi non
sono sciolti. La discussione tuttavia riemerge, perché ci si
accorge che in alcuni network nazionali avevano ripreso a trasmettere
il cartone animato, ma… con una nuova sigla.
Alcuni nuovi arrivati e più giovani fan
addirittura scambiavano la vecchia sigla con quella nuova, opera di Stefano
Bersola!
Di riflesso, il topic «Lamù,
una questione
irrisolta» cominciava ad attirare un sacco di
“navigatori”. E tantissimi arrivavano, sostenendo
di essere in possesso di numerose versioni della sigla, per scoprire
infine che quella che pensavano essere la “vera”
… era il montaggio di KBL!
Bisognava sperimentare nuove piste. La prima cosa da fare, era
analizzare la videosigla, facilmente reperibile su internet. I titoli
di cosa portano riferimenti ad una società chiamata TBS,
e,
per la sigla, ad una Videorecording
S.r.l. OFM
scope che
quest’ultima è diventata una misteriosa SBP
s.p.a.
Ma cosa vorrà dire la misteriosa TBS? Tele
Broadcasting System? O
addirittura (trattandosi di cartoni animati giapponesi) Tokyo
Broadcasting System?
Il paradosso di una sigla amata e sconosciuta si fa sempre
più affascinante. Nuovi cybernauti si iscrivono apposta per
partecipare alla ricerca. Si chiede a tutti i
‘nomi’ del mondo delle sigle che il forum
è ormai capace di contattare; a Chelli,
a Olimpio
Petrossi,
… addirittura ad un cantante poco noto di una sigla di una
telenovela suggerito da chissà chi, e difficilissimo da
raggiungere. Tutto inutile. Tutti negano di aver avuto a che fare con
la sigla. Ten
riassume i risultati raggiunti in un appassionante
intervento «I
Predatori della sigla perduta».
Ci si accorge, intanto, di un altro elemento, tutt’altro che
ininfluente. Come si sa, nel passaggio dalla pellicola al nastro, le
sigle subiscono un’accelerazione. La voce della sigla presa
dalla tv non è dunque naturale, ma accelerata (di un 4,16%,
ndT.): andrebbe rallentata per carpirne la vera voce.
Ed è
quello che KBL
decide di fare. Decelerando Lamù alla presumibile
velocità
originaria, la voce assumeva infatti caratteristiche più
naturali. Identificata la vera voce, era ora più semplice
instaurare un confronto con altre voci. E quindi confrontarla con la
voce del cantante della sigla, molto meno conosciuta, ma ugualmente
misteriosa, di Gianni
e Pinotto: le voci tuttavia non coincidono.
Ten
arriva addirittura a scrivere a Condor,
il programma di Luca
Sofri.
Questi legge in trasmissione la sua email, ed ha un discreto successo.
Decine di lettere arrivano alla redazione del programma, ma…
le risposte? Molto poco utili: chi è l’autore?
… Stefano
Bersola, ovviamente!
2.4.
Effetti
collaterali da pirateria
inconsapevole e falsi miti
Tutte le
strade sono complicate
dal fatto che, nel caos di internet, si amplificano le piste false. In
rete cominciano a circolare i testi, i più disparati.
Forse una buona idea è chiedere alla Yamato Video:
la casa
editrice di film di animazione giapponese stava in quel periodo
pubblicando le VHS della serie di Lamù.
L’effetto sortito dalla domanda, tuttavia, è
dirompente, e del tutto opposto a quanto anche lontanamente immaginato
dagli internauti): invece di fare luce sul mistero, si ottiene il
ritiro della vecchia sigla dal mercato. Infatti, se nella prime dieci
VHS pubblicate era stata inserita la vecchia sigla, dalla undicesima in
poi e in tutta la successiva ripubblicazione su DVD la casa editrice
milanese non seppe trovare modo migliore per togliersi dai guai del
dubbio copyright se non quello di inserire solo la canzone originale
giapponese.
E’ vero che nel film di animazione di Lamù Only
you, pubblicato sempre da Yamato, il protagonista
canticchia ad un
certo punto il motivetto della vecchia canzone, ma lo fa parodiandolo e
adattandolo alla trama del film stesso. Di più, la Yamato,
insomma, non vuole rischiare.
Cominciano a diffondersi falsi miti. A cominciare dalla attribuzione ad
un giovanissimo Alex
Baroni di una sigla intitolata Super
Lamù, come riportato nel documentatissimo sito
di Antonio
Genna.
Ma Super
Lamù non era altro che la seconda serie di
Lamù, per di più trasmessa con la stessa sigla.
Forse il riferimento era ad una nuova sigla fatta cantare dalla Yamato
in sostituzione dell’originale. O forse è solo un
errore: Mandos
scrive a Genna,
che subito corregge e toglie il
riferimento.
2.5.
Telecapri
Broadcasting System?
Il
punto è che
Lamù non era scomparsa: in un canale televisivo meridionale
era ancora trasmessa, regolarmente, con la vecchia sigla. Ed il network
è ben conosciuto ai nostri utenti: Telecapri!
E, come si
ricorderà, anche altri indizi portavano a Capri:
le prime puntate della serie, non sono della Videorecording,
giura Freccia,
ma della Ricmon
Sound. E di chi è la Ricmon Sound?
Di Federico
Costantino, il sindaco di Capri.
Non era stata dunque Odeon TV a
importare la serie. In
realtà la maggior parte degli investigatori, finora, era
settentrionale o del centro Italia. Scoprire che su Telecapri
era
ancora trasmessa Lamù, con la vecchia sigla, era decisamente
una bella sorpresa. E che forse forse Telecapri stessa la aveva
importata, come già pareva aver detto la stessa Rosalinda
Galli, era un indizio decisamente importante.
Filgalaxy999,
pur non essendo
campano, non esita. Telefona davvero a
tutti. Ed è ancora lui a trovare un indizio ancora
più ‘caprese’. Ritrova infatti un
vecchio 45 giri su etichetta Splash,
con incise le canzoni
«Uffi amico mio»
e «Marina
Piccola», cantate da Teresa
Iaccarino, autori Aletta
e Catapano.
E, colpo di scena,
l’etichetta Splash
è quella di Peppino
Di Capri. Ataru79
telefona allora a Telecapri, e visita gli
studi al centro di Napoli; Mitokomon
conferma i suoi ricordi, spiegando
che Uffi
era la mascotte di una trasmissione contenitore, in cui veniva
in effetti trasmessa Lamù, nei primi anni ‘80,
proprio su Telecapri (e ancora oggi in auge, rinato in versone digitale
in un suo Uffi Show).
Seguire la pista di Uffi pare
una buona idea: la Iaccarino
è
ancora attiva a Telecapri, e gentilmente disponibile. Ad una mail di Filgalaxy999
risponde affettuosamente, ricordando la sua antica
prestazione canora. E invitando gli investigatori a chiedere alla
responsabile della programmazione di Telecapri, Ada
Gargiulo. Questo
non si rivela però facile: la Gargiulo
si nega al telefono,
eterne attese, nessuna risposta. Filgalaxy999
non demorde, ma non cava
un ragno dal buco.
La strada di Telecapri aveva
tuttavia ormai preso consistenza. Freccia
ancora dubitava, sostenendo che la scritta TBS
sui titoli di cosa fu
aggiunta solo dopo: le prime puntate non avevano
quell’invasivo logo. Enciclopedia,
l’ennesimo
utente iscrittosi perché attirato dalla discussione su
Lamù (e in questo distolto dalla sua passione per Stanlio e Ollio),
porta dati ben documentati: TBS è stato,
sì, aggiunto dopo (forse da Odeon Tv, o forse,
come immagina CosmoJ9,
già alla metà degli ’80), ma
di certo è stata Telecapri ad importare la serie (TBS
è dunque Telecapri
Broadcasting System?), come avvenne del
resto anche per Gakeen,
il robot magnetico. La
stessa Yamato
avrebbe usato, per le prime VHS, i master di Telecapri.
Anche Rosalinda
Galli, più volte intervistata da Filgalaxy,
conferma: fu proprio Federico
Costantino, di cui all’epoca
era amica, ad importare la serie. Di più: curò
lui personalmente l’edizione! Una visura alla camera di
commercio conferma: TBS
è Telecapri.
2.6. Uffi!
Tra
Napoli e Milano..
Frattanto,
«più
tenace di un barracuda», Filgalaxy999
cerca informazioni su Aletta
e Catapano. Bruno
Aletta,
l’autore della canzone, è ora insegnante in un
liceo a Giugliano,
alla periferia di Napoli.
Ma è grazie al
giornale «L’espresso
napoletano» che Filgalaxy
riesce a trovarlo.
Se Aletta
non ha, artisticamente, proseguito, Catapano
ha invece
continuato la carriera artistica: settore classico, strumento
mandolino. All’epoca erano discreti chitarristi e componevano
jingle
pubblicitari; per questo erano stati contattati da Federico
Costantino, per sigle e brani per Telecapri. Ma non han fatto loro Lamù.
Né sanno nulla.
Quanto alla Ricmon
(o, ipotizzano i nostri segugi, Ricmond, o Richmond?) Sound,
beh, non esiste
più e che i proprietari sono defunti. Se però,
come conferma la Galli,
fu la TBS a curare Lamù, e se le
edizioni Splash
sono di Peppino Di Capri, bisogna tentare questa strada.
Le edizioni Splash
sono facili da rintracciare, ma negano tutto: nessun
disco, nessun Uffi,
nessun Catapano.
Ed ancora più difficile
raggiungere Federico
Costantino. Si è sempre più
vicini, ma sfugge: la stessa Galli non è più in
contatto con lui. Su Peppino
di Capri, tuttavia, una speranza: Mazingerobot
ha la possibilità di avvicinarlo. Chi
più di lui può sapere se la Splash sa qualcosa di
una sigla? Alla prima occasione, gliela farà ascoltare.
I ricordi intanto si affastellano. Alla fine del 2005 tutta il forum
viene scosso da un’altra pista. Se, per quella napoletana si
era in attesa di rivelazioni, un nuovo iscritto lombardo, Oscar
Leon,
asserisce di ricordare di aver sentito Lamù
cantata dal vivo
in una trasmissione su Antenna
3 nel lontano 1983. E chi poteva
cantarla, se non magari l’interprete originale?
Oscar
Leon cerca nei vari archivi telematici dell'emittente, e
grazie ai
ricordi e ai ritagli di vecchie riviste o trovando la conferma nei
ricordi degli altri, pare ricostruire il contesto: era in una
trasmissione nel 1983 su Antenna 3, dal titolo beneaugurante
«Non lo
sapessi, ma lo so».
Da alcune vecchie VHS registrate all’epoca, i nostri amici
riescono a recuperare una apparente cronologia delle puntate di
Lamù… ma siamo sicuri, osserva Dancasti,
che
Lamù fu trasmessa su Antenna 3? Oscar
Leon è
sicuro al 100 %. Ed alla fine conferma la data del 1983. Forse
l’aprile.
L’indizio, tuttavia, si rivela non suffragabile. I milanesi
si attivano, ma non si ottengono conferme né maggiori
risultati. E così, in sordina, si conclude il 2005, anno
tuttavia ricco di scoperte.
3.1. Tempo
di riepiloghi e nuove riflessioni.
Si
diffondono poi nuove leggende:
Lamù in onda in stereo su T9
nel programma
«Sbuccia la
cipolla», sui problemi dei quartieri
romani? Ma T9
non ha mai trasmesso in stereo…
Umidelmare
fa notare che il testo della sigla italiana fa addirittura
il verso a quella giapponese. Qualcuno, in effetti, potrebbe
aver tradotto,
all’epoca, la versione giapponese, ispirando il
compositore. Forse andando a vedere sui Corriere dei Piccoli
di allora
si trova qualche trafiletto… In realtà,
rispondeva Mitokomon,
non c’era bisogno di immaginare una
traduzione, dato che il testo giapponese corrispondeva in tutto e per
tutto alle immagini della videosigla.
Tornando alla SIAE, ma chi ci dice poi che i diritti siano mai stati
pagati? O che la sigla fu mai depositata? Alby87
immagina
così tutti i possibili modi con cui potrebbe essere stata
registrata. Le possibilità di centrare i titolo, per
cercarla in SIAE, come già si era visto, erano davvero
troppe; oltre ad «Amore
strano», anche
immaginandolo collegato al cartone, si tende all’infinito:
‘ Lamu ’,
‘Lum
’,
‘ L’amu
’, ' La Mou
' (come la caramella!). E Kira
davvero non riusciva a trovare altre ipotesi non verificate,
purtroppo, vanamente. Del resto, purtroppo,
neanche è vero che i “veri” autori
depositano i brani.
A metà del 2006 si iscrive e arriva Annunziato.
Grande
esperto di musica, di cui giura di non saper nulla, e si offre per
realizzare un riassunto di tutto, dopo che, sul forum, il topic di
discussione su Lamù aveva raggiunto delle dimensioni
considerevoli. In venticinque pagine, alla fine i nuovi iscritti
finivano per ripetere le stesse domande e a riproporre le stesse
soluzioni dimostrate fallaci pagine prima.
Un riassunto sarebbe stato utile per evitare accavallamenti e
ripetizioni. Ma già a distanza di un anno, la discussione
sarebbe raddoppiata di dimensioni, e a questo riassunto, come si
vedrà alla fine di questo racconto, ne dovrà
seguire un altro...
Pare almeno sicuro l’anno in cui la canzone è
stata aggiunta al cartone: il 1983. In realtà, come
già si era visto, c’era qualche incertezza:
Lamù era stata trasmessa già fine del 1982
(quinta elementare di Fa.Gian)
o inizio 1984 (quinta elementare di Mitokomon)?
Su Euro
TV era di certo nel 1984, ma l’inizio del 1983
è la data più probabilmente accertata della
prima trasmissione di Lamù.
3.2.
Zaliski
Ippidemo e
amenità varie.
La
questione Lamù
è ormai all’ordine del giorno. Tutti i
partecipanti e appassionati di sigle hanno la loro da dire, nessuno si
spiegava come fosse possibile che l’autore di un canzone
così non si fosse mai preoccupato di sapere che fine avesse
fatto. Forse è morto? O fa altro e non gliene frega niente?
O forse non l’ha mai saputo? O è magari una
canzone pensata per non avere una utilizzazione e casualmente inserita
nel cartone animato?
Yusaku,
un prolifico utente del forum, decide di ricorrere alle scienze
infernali. E quale modo più efficace di penetrare i segreti
di una canzone, se non ascoltandola al contrario?
E questo egli fa: rovescia la canzone e ne decripta il testo. I
risultati di questo procedimento sono soddisfacenti: tra parole in
latino (!) e oscure formule iniziatiche («nel dirlo sii
nautico»!?), si sente chiaramente il nome del
possibile
cantante: Zaliski
Ippidemo! Chi mai sarà?
Chissà…
L’alternativa è il paradosso spazio temporale, di
cui ormai i vari forum in cui la notizia si diffondeva cominciavano a
ricamare. Gli UFO? Magari provenienti dalla stella chiassosa stella
Uru, la stella di Lamù?
Tra tutti gli interventi più improbabili, il
più sintomatico
è certo quello di una certa Mariangela
che, mentre –
testuali parole «[…] mettevo a posto fra
l'immondizia di quand'ero bambina [...]” scopre
un vecchio
foglietto che riportava il proseguimento del testo. Che avrebbe
recitato «(...) e
io tremo perché so... che una
scarica fra poco riceverò».
Sintomatico davvero,
perché così si immaginava proseguisse il testo in
una altra e più vecchia discussione ironica tra fan, che si
erano sbizzaritti sul seguito del «perché
so…».
Insomma, come spesso accade, il dibattito finiva per mangiare
sé stesso.
3.3.
Champagne…
Ma
perché tanto
silenzio? Perché anche dalla Splash
e da Telecapri
non
si hanno informazioni? Mazingerobot
riesce alfine a contattare Peppino
Di Capri. Questi, per la verità, ricorda due
ragazze che
vennero a registrare per conto di Telecapri, ma non certo né
un ragazzo, né la sigla in se gli ricorda nulla.
Del resto, a Tommy
Aku riesce
finalmente di avere notizie
più chiare dalla Splash,
che finora negava la evidenza di
aver prodotto il disco di Uffi.
La verità
più semplice era che essa non
conservava più nulla degli archivi dei primi anni
‘80 né aveva più alcuna traccia della
collaborazione con Telecapri. Ecco tutto. Anche alla Forum, che ha
curato la versione del disco di Uffi, non ne sanno nulla.
Ma anche un’altra
informazione è ottenuta da Mazingerobot:
le bobine col cartone erano inviate a Roma per il
doppiaggio ed il missaggio. Se la sigla fosse stata inserita solo in
quel momento? Si sarebbe dovuto allora, più che la TBS e
Telecapri, tornare a seguire la pista non più napoletana
della Videorecording.
La serie, doppiata in varie
tranches, avrebbe potuto infatti avere
quella sigla nella primissima versione italiana. Dal resto, solo nella
versione Yamato
la sigla viene cantata dai protagonisti
all’interno del cartone. Ma non avrebbero, chiede Alby87,
chiesto allora ad un doppiatore di cantare? Nel caso, lo avremmo saputo
dalle interviste rivolte ai doppiatori della serie.
Filgalaxy999
aggiunge altre
informazioni sulla Ricmon
Sound. Dopo aver
chiesto ad altri autori di sigle che hanno lavorato con questa azienda
(come gli autori della sigla di Vultus
V), e alcuni doppiatori quale Fabio
Boccanera, cerca di contattare Monica
Caudieri. Anche lei
doppiatrice, ma soprattutto nipote di Renato
Caudieri, fondatore della
azienda (Il “mon” di Ricmon è
appunto in onore di Monica). Trova la anziana nonna, che
però da molto non è in contatto con la nipote.
E se, come ipotizza albatros,
qualcuno avesse voluto occultare la
verità? Difficile, a detta di Tommy
Aku: che Telecapri non
avesse un interesse a dimostrare di poter trasmettere la sigla, dato
che il cartone veniva trasmesso ancora oggi. E’ probabile che
anche loro non abbiano le idee chiare. Del resto, come osserva Enciclopedia
(che tra l’altro fa notare che solo per le prime
videocassette la Yamato ha usato i master di Telecapri, poi non
più, con peggioramento di qualità), a Telecapri
possono averci messo un qualsiasi canzone. Pare però
difficile pensare ad una operazione “al risparmio”.
Come immagina OFM,
la canzone sembra qualitativamente ben impostata e
rifinita.
3.4. Si
chiude il terzo anno...
E così, il 2006 si
conclude con una lunga discussione sul
diritto d’autore, sulla differenza tra diritti morali e
diritti di sfruttamento. Non solo infatti non era possibile registrare,
come proponevano in tanti, Lamù a nome del forum, per
poterla pubblicare, ma neanche era possibile farlo con la dicitura
anonimo: semplicemente la SIAE non la accetterebbe, perché
chi la deposita non potrebbe dimostrare di esserne l’autore,
o che il pezzo è “di pubblico dominio”.
E poi non sarebbe servito a scoprire né autore né
cantante. Forse, i
nostri nipoti
l’avrebbero vista pubblicata con la
dicitura “tradizionale”...  
Eppure, una volta Lamù era stata edita. Già! Non
nella versione completa, ovviamente, bensì in quella
tv-size: era una compilation di qualche tempo prima, in cui, accanto a
varie cover, fu inserita appunto il pezzo di Lamù
opportunatamente tagliato dal dj alla fine del 2'.
La prova
dell'esistenza di questa compilation venne data dall'iscrizione al
forum di mister_k,
che, dopo una serie di post anonimi, permette (grazie alla collaborazione del Sig. Mascolo,
realizzatore della grafica) di avere le scannerizzazioni
del cd. Questo dimostrerebbe, tuttavia, che la pubblicazione è possibile...
Intanto, intervistato
al proposito, anche
il giornalista Luca
Raffaelli
ammette di
non saperne
niente. E si scopre, intanto, anche che Federico Costantino non è
più sindaco di Capri, ma solo consigliere comunale e che
(curiosità) Uffi
è il nome
della sua barca.
Mentre ormai la pista caprese stava per essere abbandonata,
un’altro indizio riporta i nostri amici a Napoli. Una radio
locale della Campania, Radio
Punto Zero,
si offre di mandare in onda la sigla
di Lamù nel corso di una trasmissione dedicata alle sigle dei cartoni, e così di raccontare al pubblico il
mistero che questa nasconde.
Il responsabile della trasmissione, mistermad,
(che si iscrive infatti al forum), tiene banco per discutere della
avventurosa ricerca, invitando alcuni dei principali 'investigatori' a
presentarne gli aspetti principali.
Tutti i fan fanno a gara per intervenire e presentare lo stato
della ricerca, ma la spunta OFM. Lamù è
trasmessa; purtroppo, senza ottenere risultati concreti. Ad ogni modo, è un buon passo avanti.
4.1. Anonimi inconcludenti e vicoli ciechi.
Albatros
riscrive, per sicurezza alla Yamato Video, ma per il resto, dopo
l'evento radiofonico, i
primi mesi del 2007 sono occupati dalle numerose risposte ai
ripetuti interventi di nuovi volenterosi fan
che finivano purtroppo avanzare senpre le stesse ipotesi. Non
tutti, tra l'altro, sono propriamente 'volenterosi', come è
il caso di chi domanda: «ma allora, non si sa neanche chi
è il cantante?».
La discussione aveva assunto volumi poderosi, e non tutti hanno la
pazienza di leggerla. Prima della pubblicazione del megariassunto, e di
partecipare attivamente alla ricerca, il futuro Fabrizio75 arrivava a considerare
assurdo che ci si potesse stupire dell'anonimato di una canzone.
Ma, tornando alle possibili piste da seguire, le scuole di pensiero ora sono sostanzialmente due: la pista napoletana (Filgalaxy999 e altri suoi seguaci) e la pista centro-settentrionale (prediletta da Mimula e Leon e altri).
Relativamente alla prima, una delle notizie più curiose è la scoperta che Federico Costantino
ha un suo sito dedicato alla
politica caprese. Nonostante non tutti condividessero
l'opportunità, un anonimo decide di sua iniziativa di
scrivergli. Ma, come era da aspettarsi, non ci sono conseguenze.
E... se fosse un plagio? L'idea ritorna, ma è difficile dimostrarla. C0n4n ipotizza che il testo del ritornello «come è difficile stare al mo-o-ondo»
sia "forzatamente cantato su una melodia pre-esistente". L'idea piace, e trova numerosi consensi.
Eppure l'unico modo per suffragare simili ipotesi sarebbe
almeno di rintracciare il periodo di composizione. A cui sono
collegate le vecchie questioni della natura di Telecapri, se parte del
circuito Euro tv.
Mistermad ipotizza una simiglianza della voce cantante con quella di Shuky Levy, trovando poco
ascolto, (se non la comprensione di Cavaliere o di Jeegrobot
sulla necessità di non
sottovalutare troppo la pista). Al di là però del fatto
che pochi riconoscerebbero un accento inglese nella canzone di
Lamù, la pista non appare ricca di prospettive: Fra era riuscito a contattare (anche se per altre fondamentali imprese collegate col mondo delle sigle) Saban, che però, per quanto non richiestogli espressamente, non avrebbe fatto un qualisiasi accenno a Lamù.
Di certo, assicura Fra, era stata posta la domanda a
Lopez, l'interprete di Pinocchio ,perché no?, che dichiara di
non ricordare alcuna Lamù.
Su una cosa, tuttavia, sono tutti d'accordo tutti:
nessuna iniziativa personale! Ormai i dati erano tanti e tali, che
non ci si può permettere di non coordinarsi. La
popolarità della questione implica maggiore
responsabilità: ora si trattava di fare passi ben ponderati. E
invece...
4.2. Se non c'è un autore... bisogna inventarselo!
E invece... si era parlato
della difficoltà relativa alla pubblicazione di
Lamù? Chi volesse farlo professionalmente e su
grande diffusione, non correrebbe in qualche intoppo, laddove
cercasse di editare un pezzo di cui la SIAE non ha informazioni
precise?
Ed allora, quale
soluzione apprentemente migliore di quella presa dai Raggi Fotonici? Il
loro cantante, Mirko, decide infatti di ... iscrivere la canzone alla
SIAE a suo nome!
Alla notizia, soprendente, il forum all'inizio reagisce lentamente. Da
sempre c'era chi sosteneva che era una ottima idea per 'smuovere le
acque'. Ma le obbiezioni principali derivavano dal fatto che non
sarebbe servitoa a molto per risolvere l'arcano. Anzi, addirittura
poteva essere controproducente, dato che, per i profani poco addentro
alla questione, avrebbe significato porre un 'autore ufficiale' accanto
alla canzone di Lamù.
Dopo qualche giorno, tuttavia, il forum esplode
letteralmente: in un susseguirsi di dubbi e di polemiche a) sulla
SIAE,
b) sull'opportunità di una siffatta operazione, c) sulla sua
utilità d) e, soprattutto, sulla sua legalità. Con quale
intento i Raggi Fotonici avrebbero fatto una cosa simile? Non certo per
intascarsi i proventi di altri (cosa, per di più, assolutamente
inverosimile), ma allora? Quale conseguenze può avere una
decisione del genere?
Nell'attesa di queste reazioni, dopo un po', la polemica sfuma.
Nel marasma della polemica su Mirko, tuttavia Enciclopedia
avanza una ricostruzione altamente plausibile (a detta di Mitokomon)
di quello che poteva essere successo: L'autore della canzone
presumibilmene non prende nulla dai dai passaggi televisivi su una
qualsiasi rete che non siano quelle nazionali, perchè i
canali come
Telecapri non compilano un borderau, bensì pagano un
forfettario.
Dunque i canali privati non dicono che "sigla" stanno
trasmettendo. Se questo era vero anche per gli anni '80, e l'autore
sapeva sin
dall'inizio che Lamù sarebbe andata in onda su quei
canali, sapeva allora anche che non avrebbe
visto un centesimo dalla messa in onda in TV. E che avrebbe
guadagnato solo dalla pubblicazione di un eventuale disco.
Evidentemente non ha creduto in un eventuale successo del disco
(sfiducia diffusa da chi produceva sigle per le reti private, come
testimoniò Mariano Detto); e questo è il motivo del perché
l'autore è rimasto nascosto.
4.3. La via dell'appassionato di sigle... e la fine delle possibili piste.
Si riprendono intanto le consuete ipotesi: I
titoli con cui può essere registrata, l'anno del pezzo (secondo
Siglomane, 1983). E se fosse un giovane cantante napoletano? ... come cercare un
ago nel pagliaio. Nino Bonocore? Il cantante di Pac-man? Tommy AKu, Frabizio 75, freeway999, tutti si prodigano di immaginare a
compositori, etc., ma non è facile. E il problema
è sempre quello: non si tratta di una (fa notare Demetan) canzone
apporssimativa..
Dani5042 chiede se a Migliacci non sia mai stato chiesto. No, risponde Hiroshi, proprio perché improbabile che un professionista non
abbia mai vokuto percepire i diritti. Chiedere a Max novaresi, e alla sua trasmissione
su r101, chiede mar.vettto? Inutile: Max è già utente del
forum!
Intanto: occorre che qualcuno ampliare la voce Lamù sulla
Wikipedia, inserendo i dubbi sulla paternità. E si cerca inoltre
di percorrere fino in fondo le due piste principali.
La seconda, quella settentrionale, che ruota intorno ad una vecchia trasmissione (vedi sopra) su Antenna 3, torna per iniziativa di Oscar Leon, che (grazie anche a joe81m) porta altri elementi, quali le alcune stars
presenti a quell'evento (tra gli altri, sembra, Ruggeri). Sempre che non ci si
confonda con "30 anni senza andare fuori tempo", altra trasmissione che però non c'entra con la nostra sigla. Un'altro indizio però sarebbe Gerry Bruno, direttore di quel
concerto.
Antenna 3, ad ogni modo, è collaborativa al pari di Telecapri sulla questione.
. Certo, esile, ma l'alternativa è una gita a capri. Ma la pista caprese subisce una brutta battuta d'arresto: Filgalaxy999 dichiara un fallimento dell'impresa: a Telecapri, la Gargiulo si è fatta espressamente negare. Al telefono gli spiegano di aver già chiesto a Federico Costantino, nonché a Rosalinda Galli, ma che nessuno si ricorda niente. In verità, non dicono proprio la verità, perché la Galli
non fu mai contattata. Tuttavia, anche la pista Caudieri, della Ricmon Sound,
fallisce, né alcuno dei doppiatori di allora sa qualcosa. La gita a Capri, pare rimandata.
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