Proprio una bella domanda

Ci sono tante ragioni per cui uno stesso compositore che magari è anche l'arrangiatore
non riesce a distanza di anni (e io direi per esperienza anche di giorni

a ricreare una base
identica.
Innanzitutto però non si può paragonare un live con registrazioni studio.
Non fosse altro come detto per le macchine impiegate, e per i microfoni in primis.
In studio si usano microfoni a condensatore e valvolari che sono troppo costosi, delicati
e sensibili per essere utilizzati dal vivo.
In live si usano microfoni dinamici che hanno pop filter e schock mount integrati e sacrificando parte dello spettro di frequenza ripreso, garantiscono affidabilità e maneggevolezza (i microfoni da live possono anche essere tenuti in mano all'occorrenza, quelli da studio no).
Dal vivo si riprendono tutti gli strumenti mentre suonano insieme e ci possono essere rientri.
In studio invece si lavora "di cesello" in multitraccia, in un ambiente trattato e corretto acusticamente, per evitare contaminazione del suono provenienti dall'esterno e dalle pareti interne.
La memoria umana poi è limitata.
Sinceramente se mi chiedessero di ricreare esattamente suoni e arrangiamenti soprattutto se il numero di tracce e la struttura è complessa, mi troverei in difficoltà.
A me capita di comporre, arrangiare e programmare suoni, e a distanza di pochi giorni, non ricordo assolutamente tutte le note a memoria, le tracce, le impostazioni delle macchine, ecc.. non ricordo tutti i passaggi, e se mi chiedessero di ricrearla uguale avrei difficoltà, anche se sono sempre io il compositore e arrangiatore

Figuriamoci a distanza di anni!!!
Sarebbe come chiedere ad un pittore di ricreare un disegno identico.
O a uno scrittore di scrivere un libro con le stesse parole identiche.
Ci si può avvicinare e il compositore originale ha più opportunità di altri di farlo, ma non sarà mai uguale.
Nel creare un'opera artistica c'è sempre un margine di casualità e variabilità.
Purtroppo o per fortuna siamo umani, lo sono anche gli arrangiatori, e nel fare le cose si
cresce, si cambia e si fa esperienza.
Nella musica leggera poi, e le sigle non fanno eccezione, spesso non si scrivevano neppure gli spartiti, quindi non rimane traccia dei passaggi intermedi e di sviluppo del prodotto.
La tecnologia. Già è stato accennato. Sono innumerevoli i cambiamenti nel modo di lavorare che abbiamo avuto con gli anni.
Non basta comprare lo stesso synth per ottenere lo stesso suono.
Tra l'altro i synth analogici sono soggetti a usura e a modificazione della loro intonazione se non trattati con i guanti (letteralmente).
Come detto però i synth non bastano. A fare la differenza e rendere unico in un dato momento temporale una canzone, è la "catena audio". L'insieme di tutti gli anelli uomo-macchina che servono per arrivare al prodotto finale.
All'epoca si usava prevalentemente outboard esterno per effetti e lavorazioni varie, che a
differenza dei plug-in e delle emulazioni software di oggi, non erano total-recall.
Si giravano manopole e quindi è molto difficile ricreare le stesse impostazioni, basta un niente e il suono cambia.
Ogni studio di registrazione inoltre "suona" in modo differente in sala ripresa e regia l'uno dall'altro e contribuisce a caratterizzare il suono finale, entrando a tutti gli effetti nella catena audio. Per il titolare di uno studio di registrazione, la scelta del progettista è di fondamentale importanza.
Ogni macchina analogica anche a parità di modello, marca e produttore è unica.
I microfoni da studio professionali di alto livello vengono venduti con un diagramma della loro risposta in frequenza, la loro "carta di identità" che li distingue in modo univoco dagli altri.
Comunque anche oggi, nelle produzioni professionali musicali di alto livello, si usa ancora un compromesso tra analogico e digitale e non si fa mai tutto completamente in digitale.
Un altro aspetto da considerare è il nastro che si usava per registrare, anche quello contribuiva a fare la differenza e ottenere certe sonorità e "colore".
Oggi invece si usa Protools, che è tutto un altro mondo.
Ci sono poi i musicisti-turnisti, uno stesso musicista suona in modo diverso a distanza di tempo. Soprattutto le chitarre.
Sul fatto che ogni registrazione è una storia a sè, un altro esempio:
mi è capitato di lavorare con diverse vocalist femmine e di registrare una stessa canzone in giorni diversi con la stessa cantante. La voce delle ragazze non è sempre la stessa nell'arco del mese, ma subisce sfumature e colorazioni differenti a seconda degli ormoni.
In determinati giorni del mese la voce femminile è più calda e suadente, in altri più squillante Non sto a dire il contributo spesso sottovalutato dei tecnici del suono in fase di mix,le loro scelte, spesso frutto di intuizioni fulminee e dell'esperienza, sono quasi sempre uniche e irripetibili.
Troppe variabili, spesso non completamente controllabili entrano in gioco durante la produzione
di una canzone. Per questo non si possono ricreare le basi identiche, anche se a farlo sono gli stessi compositori/arrangiatori del pezzo originale
